Mentre la Rand Corporation, centro studi vicinissimo al Pentagono, afferma che un “armistizio” o un “compromesso politico” con la Russia è “la massima priorità” perché la vittoria sul campo è “altamente improbabile” e per gli Stati Uniti “le conseguenze negative di una guerra lunga saranno gravi”, il vicepresidente del consiglio di sicurezza della Russia ed ex presidente Medvedev afferma che in Ucraina non ci sarà nessun armistizio o compromesso. Proprio oggi si registra una dichiarazione estremamente interessante: il capo della repubblica cecena Ramzan Kadyrov, uno dei principali falchi russi, afferma che “la missione militare speciale finirà prima della fine dell’anno. I paesi europei dovranno ammettere di aver sbagliato, l’Occidente si inginocchierà e, come sempre, i paesi europei dovranno cooperare con la Federazione Russia in tutte le sfere. Non dovrebbe esserci e non ci sarà mai un’alternativa a questo”, mentre Putin i giorni scorsi ha dichiarato che “: in un modo o nell’altro la sovranità verrà restituita all’Europa. A quanto pare ci vuole un po’ di tempo”. Nelle nuove frontiere intereuropee, ovvero nei due blocchi est-ovest che si sono creati in Europa e nella situazione di vera e propria guerra, la Russia ha voltato le spalle all’Europa o vuole paradossalmente ancora integrarsi con l’Europa? Che cosa accadrebbe all’Europa se non partecipasse ai progetti di integrazione eurasiatica? Ne parliamo in questa intervista a MARCO GHISETTI Redattore di “Eurasia. Rivista di studi geopolitici”, responsabile dell’ “Area anglosassone” presso il “Centro Studi Eurasia e Mediterraneo” e direttore della collana “I classici della geopolitica” presso Anteo Edizioni, dove tra l’altro è stato appena tradotto e pubblicato per la prima volta in italiano questo testo della geopolitica tedesca: “Il blocco continentale. Mitteleuropa – Eurasia – Giappone”. Conduce CARLO SAVEGNAGO
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