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La guerra delle idee per sconfiggere la violenza

Viviamo tempi di grande violenza; violenza verbale e fisica. Violenza contro le donne, violenza contro i gay, violenza in Ucraina contro la democrazia. È una violenza che non porta a nulla. Una aggressività che non porta a nessuna evoluzione a prevalere di nessun pensiero nuovo su ciò che è vecchio; nessuna idea nuova di mondo. Una violenza […]

Pubblicato illunedì, 04 luglio 2022

Viviamo tempi di grande violenza; violenza verbale e fisica. Violenza contro le donne, violenza contro i gay, violenza in Ucraina contro la democrazia. È una violenza che non porta a nulla. Una aggressività che non porta a nessuna evoluzione a prevalere di nessun pensiero nuovo su ciò che è vecchio; nessuna idea nuova di mondo. Una violenza finalizzata a dividere l’opinione pubblica e a circolare su TV e social senza trarne degli insegnamenti. Produce divisioni in tifoserie, senza creare correnti di pensiero. Solo slogan e cori da stadio. Nel frattempo ignoriamo che la violenza può avere un potere taumaturgico e che è inutile continuare a spostare sempre un po’ più in là i problemi inventandoci campagne in difesa di diritti civili di facciata sempre nuovi o di minoranze inventate all’occorrenza, senza accorgerci che la corda che tiene unita la nostra sempre più traballante comunità sta per spezzarsi. Prima o poi con questa violenza dovremo farci i conti; bisognerà affrontarla. In passato dalla violenza abbiamo ricavato un’evoluzione: allo scoppio dei moti che ci hanno portato l’Illuminismo ad esempio. Nel Rinascimento, che è stata una delle epoche più violente della storia mondiale, sono sorte le basi del mondo moderno. Oggi invece la violenza è un fatto di selezione degli argomenti sulla base dell’idea di dover creare un pensiero unico, ignorando interi capitoli della nostra quotidianità molto più urgenti. Ci trasciniamo dietro da anni la diatriba sul DDL Zan dedito a proteggere le minoranze; l’Italia dibatte da anni su leggi ad hoc contro l’omofobia e a favore dei matrimoni di genere ma si trascurano i 50/60 bambini che ogni anno muoiono vittime della violenza dei genitori. Non una associazione di categoria e femminista o partito politico che abbia mai portato in piazza e nelle istituzioni questo problema, buono solo per riempire gli spazi destinati alla cronaca nera. Se da una parte al centro del nostro pensiero prima c’era il covid, che a sua volta ha sostituito i tagliole dell’Isis, da tre mesi si parla solo di Russia. Intanto scompaiono dalle trasmissioni televisive e dai dibattiti online riferimenti alla Palestina e a tutte le altre guerre sconosciute. Notizie selezionate per generare scalpore e moti sociali a discapito di altre magari molto più annose e gravi. Sempre divisi tra buoni e cattivi, disposti su una scacchiera in bianco e nero È la violenza del pensiero “moderno” che ci vuole separati tra buoni cattivi, tra bianchi e neri tra vaccinati e “no-vax”, tra gretini e negazionismi del clima, che ha cristallizzato la divisione sociale in due curve esattamente come allo stadio ma la vera violenza è proprio questo: essere assiepati su due curve contrapposte invece che sul campo a giocare la partita con le idee, magari espresse aspramente. E questa è la vera violenza di oggi; quella di ritenere gli altri sempre comunque una razza inferiore; quella di ignorare le cause dei più deboli solo perché non fanno ascolti o click. Schedare il mondo tra buoni e cattivi, schierandoci in difesa della democrazia proprio mentre facciamo affari con i peggiori dittatori. Questa è la barbara violenza dei morti giorni. Ieri il Venezuela e l’Iran erano due Stati canaglia. Oggi, siccome ci serve il loro petrolio diventano nostri partner e a guerra finita torneranno ad essere uno Stato canaglia. L’Arabia Saudita fa carne di porco dei diritti umani, ma siccome ci fornisce altro petrolio assurge a partner, mentre combattiamo la guerra delle sanzioni contro il dittatore russo. Insomma l’Occidente non fa che riscoprire dittatori buoni ogni giorno che passa. Ma quale guerra poi? Quella che ci troviamo in casa, come se fosse l’unica. In realtà è una delle tante attraverso cui l’Occidente si sta spartendo le risorse naturali per procrastinare il turbo capitalismo che ha sostituito l’economia. Ci schieriamo per la presunta libertà di parola e, mentre nessuno fiata per la deportazione di Julian Assange, sulle prime pagine dei giornali italiani si stagliano le foto dei disallineati al pensiero unico filo atlantista, spacciati per criminali. Un’altra dimostrazione è l’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO. I “zelenskiani” hanno deciso di vendere la pelle dei curdi al dittatore buono Erdogan, anche se che ci hanno salvato le terga dall’ISIS (messa in piedi e finanziata dagli USA), per avere in cambio più atomiche e più basi yankee in casa e i debiti dell’Ucraina sulle spalle nostre e delle future generazioni. Adesso il debito pubblico (degli altri) va bene! Questa è ciò che considero la vera violenza: l’arroganza e l’ignoranza imperanti: la forma più esacerbata della violenza che oggi pervade il nostro mondo. Fare la guerra alla violenza Con il mio lavoro, negli anni ho tentato prima attraverso i video, il mio blog e poi con i miei libri di mettere al centro le informazioni basate su dati su fatti il più possibile oggettivi. Ho cercato insomma di trasferire il confronto sul campo attraverso l’analisi dei fatti che stanno determinando  il nostro impoverimento e l’imbarbarimento della società. Con la mia attività di divulgatore mi sono sempre contrapposto alla violenza della dittatura della maggioranza ignorante scambiata troppo spesso per democrazia, veicolando idee e pensieri contro corrente ed eretici, non per partito preso, ma perché alla costante ricerca delle soluzioni alle nostre crisi. Non le soluzioni di comodo che opinionisti e politici ci offrono in cambio della nostra devozione e… del voto. Questa rimarrà la direzione che ho deciso di seguire anche nella nuova collaborazione con il vaso di Pandora che ringrazio per darmene l’opportunità. Attraverso i miei articoli condurrò il lettore alla comprensione delle problematiche di maggiore attualità, con l’aiuto di un linguaggio semplice e una serie di fonti che garantiscano la veridicità dei contenuti. Sono questi i due traini verso la conoscenza del mondo che ci circonda in sostituzione degli slogan da stadio. Tutto questo nel tentativo di offrire, magari andando contro corrente, una maggiore visibilità a tutti quegli aspetti ignorati, sottovalutati o peggio, celati che determinano le problematiche del quotidiano che dall’alto si ripercuotono sulle nostre vite. Come recita una delle pubblicità del libro di Economia Spiegata Facile: “Da una grande conoscenza deriva un grande potere”. Non ho mai cercato di crearmi un gregge di fedeli, ma di farmi trovare sulla strada di quelle pecore nere che non si accontentano della risposta più facile e della fede nel proprio leader. In questo posso garantire di essere un anti divo. Ciò che importa oggi è capire e comprendere. Capiremo il perché dell’inflazione che si sta mangiando i nostri stipendi, perché viviamo in una società sempre più povera culturalmente, perché i carburanti costano più di 2 euro nonostante il taglio delle accise sul prezzo della pompa, perché oggi guadagniamo meno che nel 1990, perché il lavoro sicuro è scomparso, ecc.. Farò in modo di fare chiarezza sui falsi miti che ci portano a credere a mostri mitologici come il signoraggio bancario, il debito pubblico, l’evasione fiscale, il lavoro precario, le generazioni che hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità, ecc. ecc. ecc.. Una delle caratteristiche peculiari delle mie ricerche e dei miei libri è che sono documentati. Non descrivono quindi mondi ideali o complotti declinati al condizionale, ma si basano su fonti che descrivono una realtà sulla quale poi eventualmente possiamo fare anche dei piani su come cambiare il mondo, ma che prima devono partire dalla conoscenza della realtà dei fatti. È costante la presenza di fonti che testimoniano da dove prendo dati e informazioni, perché la vera informazione non può chiedere atti di fede, dato che su quelli si costruiscono eroi e santoni retti dai click e non una coscienza collettiva nuova. Non scriverò quello che vorrai sentirti dire, ma descriverò, che ti piaccia o meno, l’altra faccia di tutto quello che crediamo di sapere ma che invece è frutto di ideologie imposte da politici, interessi finanziari e informazione mainstream. Descriverò quelle aree grigie che sono sparite dalla scacchiera del dibattito e dal nostro modo di vedere le cose, cancellando la presenza del buonsenso dal nostro modo di ragionare. Questo ve lo prometto. Costantino Rover  Autore del libro, L’economia spiegata facile E di ECONOMI/GRAM FONTI: Bambini vittime dei genitori Biden riabilita Maduro Diritti umani in Arabia Saudita Arabia Saudita, per Amnesty nessun “nuovo rinascimento” Il fenomeno delle liste di proscrizione dei “putiniani” Come Obama ha aiutato l’Isis Quando gli USA sanzionavano il Venezuela Di colpo anche l’Iran diventa un Paese amico Accordo per la Nato, armi ai Turchi Il patto con la Turchia Svezia e Turchia venderanno armi a Erdogan L’imbarazzo di Draghi

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