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SUCCESSO DEI BRICS A JOHANNESBURG: CRESCONO LE ADESIONI. TREMONTI: “NON VEDO UN GRANDE FUTURO”

Di Armando Savini, https://t.me/chaosmega  Davanti al successo del Summit di Johannesburg, sembra che qualcuno abbia cercato di correre ai ripari. In un’intervista rilasciata alla testata formiche.net, “I mali dell’Occidente e quella sfida che i Brics non possono vincere. Parla Tremonti”, Giulio Tremonti ha voluto smorzare le aspettative circa l’ascesa dei BRICS e del Nuovo Ordine […]

Pubblicato ilAugust 30, 2023 16:48

Di Armando Savini, https://t.me/chaosmega  Davanti al successo del Summit di Johannesburg, sembra che qualcuno abbia cercato di correre ai ripari. In un’intervista rilasciata alla testata formiche.net, “I mali dell’Occidente e quella sfida che i Brics non possono vincere. Parla Tremonti”, Giulio Tremonti ha voluto smorzare le aspettative circa l’ascesa dei BRICS e del Nuovo Ordine Multipolare, portando – a nostro avviso – argomentazioni poco solide. Secondo l’economista liberal-conservatore – nonché Presidente del think tank atlantista Aspen Institute – la crescita si basa sulla scienza e questa sulla libertà. Non essendoci libertà nei principali Paesi dei BRICS, cioè, Cina e Russia, non può esserci crescita. Tutto, quindi, è votato al fallimento, senza considerare – aggiunge Tremonti – i dissidi tra Cina e India. Di seguito un estratto: “Non vedo grande unità, nemmeno nell’opposizione all’Occidente, in quanto mi pare che nei Brics domini l’opposizione tra loro, in particolare tra Cina e India. E poi non vedo grandi prospettive di sviluppo, il quale passa dalla scienza e la scienza passa per la libertà. In India di libertà ce ne è in un certo grado, ma non certo in Cina. Trovo quindi difficile vedere un grande futuro per i Brics, un sistema nei quali Russia e Cina sono la parte principale, o almeno pensano di esserlo, ma ambedue senza libertà”. Sovranità, debito e moneta Dal Quantum Financial System al Nuovo Ordine Multipolare https://www.youcanprint.it/sovranita-debito-e-moneta/b/5fce4a04-262c-59a1-bfb6-5313289468a3 Il pensiero lineare liberista si frantuma miseramente contro la complessità del reale La prima cosa che colpisce è la linearità, tipica dei modelli liberisti. La crescita dipende dalla scienza e questa dalla libertà. Non c’è libertà in Cina e in Russia, ergo nessuna crescita. Ciò nonostante, l’economia russa e cinese sono in crescita, mentre le economie occidentali in recessione. Il pensiero lineare si frantuma miseramente contro la complessità del reale. Ancora una volta, il pensiero liberista, espresso attraverso uno dei suoi tanti corifei, si infrange contro le rocce della complessità. Se quello che dice Tremonti fosse vero, gli USA dovrebbero essere tecnologicamente superiori a Cina e Russia. Ma sta di fatto, che i missili ipersonici sono a disposizione di Russia e Cina e che gli Stati Uniti non siano ancora in grado di competere con i cosiddetti “Stati autocratici”. I sommergibili russi, senza farsi notare, sono giunti in prossimità delle coste americane orientali e sono dotati di missili ipersonici Zircon in grado di montare anche testate atomiche. Per quanto ne è a conoscenza lo scrivente, non sembra che gli USA siano stati in grado di fare lo stesso. Infine, i cittadini russi possono accedere alle maggiori testate internazionali, mentre i cittadini europei non possono accedere ad alcune testate russe, perché censurate dalle istituzioni. Possiamo dire che l’Occidente sia ancora la culla delle libertà, soprattutto, dopo la cosiddetta pandemia e le misure sanitaria globali, in nome delle quali sono stati sospesi i diritti naturali dell’uomo? Se la scienza avanza in funzione delle libertà, allora è possibile pensare che le vere autocrazie siano quelle occidentali e che Russia e Cina, in un certo senso, siano più democratiche di noi, visto il loro grado di sovranità tecnologica. Oppure, potrebbe non esserci alcuna associazione tra scienza e libertà. Ma il mondo è maledettamente complesso, per cui non è possibile semplificare senza banalizzare.  L’autarchia è un lusso che possono permettersi solo i Paesi sovrani La scienza in funzione della libertà è la sintesi del sistema occidentale, dove la produzione deve essere affidata alle aziende che perseguono un profitto, perché queste sarebbero più efficienti dello Stato. In realtà la Cina e la Russia ci ricordano come gli investimenti di Stato molto spesso diano più frutti degli sforzi dei privati, a meno che questi ultimi non si approprino degli asset statali mediante processi di privatizzazioni selvagge, predisposte dai loro burattini compiacenti. È la macchina statale che con gli investimenti pubblici rilancia l’economia. Chi ha studiato economia sa benissimo che ci sono alcuni processi produttivi che richiedono il cosiddetto monopolio naturale, per il semplice motivo che il privato non può accollarsi gli oneri che derivano dai costi di strutture costosissime e dai rischi di fallimento. Non è un caso che le infrastrutture (reti ferroviarie, stradali, autostradali, reti per la distribuzione dell’acqua, del gas, dell’elettricità, ect.) siano prodotte dallo Stato e non da privati. Ora, questi settori strategici, in Russia sono controllati ancora dallo Stato. In Italia, per esempio, lo Stato ha perso il controllo su molti dei suoi asset, diventando una “colonia” delle maggiori banche d’affari statunitensi. Perdendo il controllo sui propri asset strategici, si perde la propria sovranità e, quindi, la libertà. La Russia punta all’autarchia, cioè, all’autosufficienza, e ha mostrato di poterci riuscire, mettendo in discussione l’assunto liberista per eccellenza: il libero scambio. Lo stesso Keynes era dell’idea che «l’autarchia economica nazionale … sebbene costi qualcosa, sta forse diventando un lusso che ci possiamo permettere se lo vogliamo». L’autarchia è un lusso che possono permettersi solo i Paesi sovrani. Come ha osservato Aleksandr Dugin, «Gli Stati di piccole e medie dimensioni non faranno l’autarchia, nemmeno un grande Stato ci riuscirà, ma uno Stato molto grande (= Impero) sì. Pertanto, la creazione di un Impero è una necessità economica. Ascoltando List, Bismarck creò una “unione doganale” con le nazioni tedesche dell’Europa centrale e l’Impero tedesco. Ed economicamente ha funzionato». Se la vera scienza è democratica, allora viviamo in un regime! Bisognerebbe, poi, considerare cosa sia la scienza. Se per scienza, si intende la propaganda fatta dai Governi occidentali per spingere le popolazioni a farsi iniettare quello che ultimamente lo Stato del Florida ha dichiarato essere un’arma biologica, beh, allora siamo molto lontani dall’idea di scienza, la quale per essere tale deve essere democratica. Se la verità è oggettiva, essa non potrà che essere il frutto della naturale convergenza di più processi conoscitivi che partono da diverse ipotesi iniziali. La trasparenza del linguaggio, la conformità e l’obbedienza al metodo scientifico fanno sì che un esperimento possa essere ripetuto ovunque da chiunque nelle medesime condizioni. Questo comporta che la scienza per essere tale deve essere democratica e basarsi sull’osservazione di leggi precise. Quante volte, però, abbiamo sentito dire dai media di regime che “la scienza non è democratica” o che “troppa democrazia fa male”? O ancora, che bisogna vaccinarsi senza leggere i bugiardini oppure mettere in discussione l’autorità del Ministero della Salute? Fallo e basta. Questa è forse democrazia? Sono queste le libertà che garantiscono la vera scienza? Ma, forse, anche qui, Tremonti involontariamente potrebbe aver visto giusto, suo malgrado. Se la scienza che abbiamo è il frutto della libertà, allora viviamo in regimi peggiori di quello comunista! BRICS e la fine dei cicli di egemonia Infine, sarebbe utile capire cosa si intenda per crescita. Generalmente, gli economisti liberisti (= linearisti) intendono la sola crescita del PIL. E la crescita morale e intellettuale di un popolo? Non è affar loro, perché non fa soldi nel breve periodo. Ora, siccome nel lungo periodo saremo tutti morti, cui prodest? Perché investire sul sistema scolastico e universitario? Meglio tagliare. E poi, quanto siano strategici questi settori lo abbiamo capito tutti, quando hanno messo a capo del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca qualcuno che vantava svergognatamente una terza media conseguita tra il lusco e il brusco, convinta che in Afghanistan ci fosse il mare. Un classico esempio di meritocrazia liberista! Circa le presunte opposizioni interne ai BRICS, sarebbe utile notare che Russia e Cina sono riuscite a riportare la pace tra nemici storici, come, ad esempio, tra Iraq e Iran, tra Iran e Arabia Saudita, etc. Allo stesso modo, la Russia è riuscita a ridurre gli attriti tra Cina e India. Quello dei BRICS è un cammino verso un nuovo ordine multipolare, dove ogni Stato-civiltà dovrebbe rispettare gli altri Paesi. I cicli di egemonia, di cui parlava Arrighi, potrebbero essere finiti. Ma tutto è ancora in fieri e solo alla fine della corsa sapremo cosa sta realmente succedendo. Fonte: https://newsacademy.it/geopolitica/2023/08/29/successo-dei-brics-a-johannesburg-crescono-le-adesioni-tremonti-non-vedo-un-grande-futuro/ 

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