Perché Non Ti Conviene Tenere I Tuoi Soldi In Banca (e Soprattutto Sul Conto Corrente)

La banca è sempre stata la soluzione.

I miei soldi in banca sono al sicuro e in più rendono di anno in anno e vedo crescere i miei risparmi.

Forse, e sicuramente in passato, perché purtroppo oggi la situazione è definitivamente cambiata, non è più la stessa, e necessita prima di un bel bagno di consapevolezza per tutti e poi di una migliore (e più aggiornata) educazione finanziaria.

Allo stato attuale infatti, ci sono oltre 2.000 miliardi di € accantonati in conti correnti che se prima della crisi economica rappresentavano una sorta di cassaforte di sicurezza grazie ad un’inflazione bassissima, ora rappresentano un rischio e per due motivi.

Andiamoli ad elencare uno ad uno.

Il primo motivo lo abbiamo appena introdotto: l’inflazione.

L’inflazione che possiamo riassumere in un incremento generalizzato dei prezzi, da rasoterra che era e che quindi spingeva ad accumulare serenamente i propri soldi sul conto corrente bancario, ora sta letteralmente galoppando.

Solo a dicembre 2021, l’ultimo dato di inflazione europea parlava di un +5%, e a luglio 2022 l’Istat ha addirittura comunicato che nel mese di luglio 2022, l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile e una crescita del 7,9% su base annua.

Tradotto: lasciare i tuoi soldi su un conto corrente così come sono significa vederli rosicchiare direttamente dall’inflazione.

Per farti capire di cosa stiamo parlando, statistiche alla mano, se un correntista aveva sul conto nel 2012 6.000€, nel 2022 ne restano letteralmente meno di 5.000.

Ma c’è qualcosa di ancora più profondo e nascosto che rosicchia il tuo risparmio sul conto assieme all’inflazione.

Questo qualcosa è il secondo motivo: le imposte e i costi connessi al conto.

Il secondo motivo per cui rischi a lasciare i tuoi soldi così sul tuo conto così come sono, sono le imposte e i costi per il mantenimento del conto stesso.

Partiamo dalle imposte.

C’è l’imposta di bollo. Per le persone fisiche con un saldo medio superiore a 5.000€ l’imposta è attualmente pari a 34,20€. L’imposta di bollo per i conti correnti di persone giuridiche è invece pari a 100 euro l’anno, indipendentemente dal saldo medio annuale.

C’è la ritenuta fiscale sugli interessi creditori maturati sul conto corrente che a, partire dal 01/07/2014, è del 26%.

C’è l’imposta di bollo sul dossier o deposito titoli, che può essere associata al conto corrente che secondo il Decreto Legge del 6 Dicembre 2011, n°201, è stabilita in misura proporzionale al controvalore di mercato dei titoli posseduti. Il tributo a partire dal 2014 è allo 0,20% senza importo minimo.

E poi ci sono naturalmente i costi fissi e variabili che paghi per avere il tuo benedetto conto corrente bancario.

Da questo punto di vista, ci sono le commissioni per le singole operazioni. Paghi per effettuare un bonifico. Paghi per un prelievo con carta di credito oppure un bancomat. Paghi per la domiciliazione delle bollette. Paghi per emettere un assegno. Paghi praticamente per qualsiasi cosa.

Non solo; ci sono anche le commissioni per gli estratti conto cartacei. Anche se ti recapitano l’estratto conto una volta l’anno, questo lo paghi e questo non vale solo per l’estratto conto ma anche per l’invio cartaceo di tante altre comunicazioni.

Abbiamo finito?

No, assolutamente no, perché ogni banca ti fa pagare ovviamente un canone fisso per il conto corrente offrendoti un determinato (ristretto o illimitato) numero di operazioni comprese nel prezzo.

Il tuo conto quindi non è mai gratis, come spesso non sono gratis neppure le carte bancomat che molte volte vengono pagate anche quelle.

Abbiamo finito?

No, ancora no, perché ci sono i costi di massimo scoperto trimestrale, ovvero l’interesse che la banca applica se si ricorri al fido in caso di scoperto di conto, e addirittura a volte le spese di chiusura del conto che sono formalmente proibite dalla legge.

Finito?

No, perché infine ci sono anche le spese di chiusura periodica o di liquidazione, di solito trimestrali in cui vengono calcolati interessi e spese (e che naturalmente vengono poi attribuite a te come cliente).

Insomma, come vedete, inflazione, imposte e costi fissi e variabili rappresentano vere e proprie mannaie per i tuoi risparmi che lasci sul tuo conto corrente.

E allora cosa fanno le banche?

Semplice: vista la situazione e il fatto che un conto per loro non è abbastanza guadagno, ti spingono ad acquistare prodotti finanziari, naturalmente i loro prodotti finanziari e lo fanno con una dedizione tale che arrivano quasi all’ossessione pur di venderteli.

La persona allo sportello si è praticamente trasformata in un promotore finanziario oltre ai promotori finanziari legati contrattualmente alla banca stessa.

Questi ti consigliamo, un giorno sì e un giorno sì, strumenti finanziari emessi dalla banca, fondi e polizze, polizze e fondi, trasformando la banca da seconda casa per il cittadino e per l’azienda, in un vero e proprio negozio finanziario senza se e senza ma.

Un negozio però, in cui il promotore rischia grosso se non arriva al budget e che quindi può perdere in serenità quando ti presenta ossessivamente le soluzioni finanziarie offerte della banca.

I casi Parmalat, Cirio, sono solo i più eclatanti perché la pressione commerciale da parte dei responsabili sui venditori è tale che può sconfinare più di una volta in una totale mancanza di rispetto nei confronti del correntista stesso che viene spinto ad acquistare prodotti finanziari senza che ne sia realmente consapevole.

Non basta una firma infatti per la trasparenza e sei a posto. I prodotti finanziari li devi conoscere. I rischi li devi comprendere. I cavilli li devi approfondire.

E come abbiamo detto sono praticamente sempre prodotti finanziari della banca stessa con costi e spese fisse connessi che lievitano di anno in anno e che potresti veder letteralmente liquefare affidandoti ad un consulente finanziario indipendente che fa sempre e solo il tuo interesse e mai quello della banca.

Ma perché passare ad un consulente finanziario indipendente e soprattutto conviene rispetto alla banca?

Parti da questo articolo.

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